Trattamento dell'arresto cardiaco: come salvare una vita umana
Arresto cardiaco in campo
Sabato scorso, al minuto 43 della partita degli Europei di calcio Danimarca - Finlandia, il calciatore dell'Inter Christian Eriksen si è accasciato dopo aver barcollato per pochi attimi. I compagni di squadra e gli avversari si sono subito resi conto della gravità dell'accaduto. Alcuni di essi hanno sospettato un arresto cardiaco improvviso. Intanto sugli spalti è calato il silenzio.
Si è parlato diffusamente dell'importanza dei primi attimi dopo un evento del genere. Un intervento immediato può infatti salvare la vita di chi è stato colpito da arresto cardiocircolatorio. Un supporto ritenuto fondamentale dagli stessi medici della Danimarca è stato dato da Simon Kjaer, il capitano della squadra danese. E' lui infatti ad aprire la bocca del compagno di squadra e a tirargli fuori la lingua. Due operazioni che risulteranno decisive.
Tecniche di primo soccorso
Kjer ha eseguito due degli interventi che rientrano nelle "tecniche di primo soccorso". Esse includono anche:
- Posizione laterale di sicurezza (PLS)
- Rianimazione cardiopolmonare (RCP)
- Defibrillazione
La posizione laterale di sicurezza (PLS) è molto familiare non solo tra gli sportivi. Consiste nel posizionare la persona colpita da arresto cardiaco in posizione laterale per impedire che le vie respiratorie possano essere ostruite, per esempio, dalla lingua. Liberare, anche soltanto parzialmente, le vie respiratorie consente l’ossigenazione di cuore e cervello. Tuttavia è bene ricordare che il personale sanitario specializzato pone il soggetto in PLS soltanto dopo aver escluso lesioni traumatiche gravi che possano aver interessato la colonna vertebrale. Muovere o spostare il paziente potrebbe infatti avere delle conseguenze gravi. In questi casi si preferisce immobilizzare il soggetto così da evitare di aggravare eventuali lesioni esistenti.
Rianimazione cardiopolmonare e defibrillazione
La rianimazione cardipolmonare (RCP) è un'altra delle tecniche salvavita. Comunemente chiamata "massaggio cardiaco", consente al sangue ossigenato di raggiungere prima il cervello e poi i diversi organi del corpo. Per eseguire al meglio la RCP è necessario alternare 30 compressioni toraciche a due ventilazioni (respirazione bocca-bocca).
Le compressioni toraciche si eseguono posizionando una mano al centro del torace, appoggiandovi l'altra su e intrecciando le dita. La combinazione delle due tecniche ha lo scopo di simulare il pompaggio del cuore e introdurre nuovo ossigeno nelle vie aeree. La RCP dovrebbe proseguire fino all’arrivo del defibrillatore (DAE), uno strumento capace di emettere scariche elettriche e rianimare, in questo modo, il paziente.
L'importanza della prevenzione
Quanto accaduto ad Eriksen ha fatto emergere, se necessario ancora una volta, l'importanza della prevenzione delle patologie cardiache. L'arresto cardiaco è infatti una delle principali cause di mortalità nei cosiddetti paesi industriali. Tuttavia il dato più inquietante è probabilmente un altro: circa il 70% degli arresti cardiaci nel nostro Paese avvengono in presenza di una o più persone. Ciò significa che la conoscenza della problematica, la capacità di intervento - in una parola la prevenzione - possono essere decisive.
In definitiva intervenire con tempestività, direttamente con le tecniche di primo soccorso e, contestualmente, richiedendo l'urgente intervento dei medici e paramedici del 118, può salvare vite umane.